Maria Concetta Cacciola, suicida suicidata

Maria Concetta, Cetta Cacciola aveva trentun’anni, era figlia di Michele, cognato del boss Gregorio Bellocco. Aveva descritto nei particolari gli affari illeciti, le attività criminali e gli omicidi commessi dalla cosca Bellocco di Rosarno, alleata dei Pesce, una delle ‘ndrine più potenti in Calabria. Il 22 agosto 2011 si suicida bevendo acido muriatico. E’ coraggiosa Cetta, vuole sfuggire a quelle regole soffocanti, sposa Salvatore Figliuzzi e partorisce tre figli, ma il marito viene condannato a otto anni per associazione mafiosa."Ma non perde la speranza. Anzi, dopo un lungo travaglio – forse spinta anche dall’esempio di sua cugina Giuseppina Pesce, figlia del boss Salvatore Pesce che da mesi collabora con i giudici – nel maggio 2011 capisce che è arrivato il momento di dire basta. Prende dentro di sé tutto il coraggio che ha, sfida l’ira della famiglia, le pressioni del paese e inizia anche lei a parlare con i magistrati. Cetta viene trasferita in località segreta, ma i familiari tentano di convincerla a cambiare idea. La situazione è insopportabile, la donna torna a Rosarno dai figli e registra una lunga dichiarazione in cui sconfessa la sua collaborazione.Dice Maria Concetta: «All’inizio, pur di andare via da casa mia, ero disposta a dire anche cose che non esistevano, pur di fargliela pagare alla mia famiglia». E getta quindi discredito su tutto. Una registrazione che coglie di sorpresa. Perché nessun segnale avevano ricevuto i magistrati rispetto alla sua intenzione di smettere di collaborare. Anzi, Maria Concetta sembrava decisa a tornare nella località segreta.La disperazione prende il sopravvento. All’improvviso entra in bagno, vede che c’è una bottiglia con dentro un litro di acido muriatico. Beve. I suoi familiari la trovano distesa a terra, agonizzante. La trasportano in ospedale. Muore. Suicida, suicidata". (Dimenticati di Danilo Chirico e Alessio Magro)

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