Rapito e ucciso per non aver voluto pagare la mazzetta. E' il destino di Attilio Aceti, ristoratore sessantaduenne di Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza. Un sequestro anomalo il suo, un messaggio di sangue al territorio.Aceti esce di casa alle sette di mattina del 30 giugno dell’83, diretto in campagna. Deve accudire le bestie che alleva nei campi di sua proprietà, ad Aprigliano. Non farà ritorno. Sul posto trovano il suo furgone, con gli sportelli aperti. Da subito si pensa a un sequestro a scopo di vendetta: alcuni mesi prima aveva fatto arrestare i suoi estorsori, dopo aver subito minacce e incendi, e solo alcuni giorni prima erano scattate le condanne. Qualcuno telefona alla famiglia chiedendo il riscatto, ma il 2 luglio il corpo di Aceti viene ritrovato proprio nei terreni di sua proprietà, nascosto da un cespuglio. Forse l'uomo è stato ucciso subito, forse è stato trasportato lì in un secondo momento. Quel che è certo è che per l'omicidio nessuno ha pagato.