Domenico Ietto è un imprenditore edile di 40 anni originario di Delianuova. Proviene da una famiglia molto nota nel reggino non estranea a tentativi di rapimento della 'ndrangheta. Nel 1970 infatti il fratello di Domenico, Vittorio, era stato protagonista di un tentativo di sequestro, risoltosi senza conseguenze. La mattina del 21 maggio 1971 Domenico è insieme al fratello Eugenio e, a bordo della sua auto, percorre la strada che da Reggio Calabria porta a Gambarie, nota cittadina turistica dell'Aspromonte. All'altezza di un tratto isolato, sbucano da una siepe quattro uomini armati e con il viso coperto. Domenico, comprese le loro intenzioni, accelera immediatamente per fuggire ma viene raggiunto da una scarica di colpi che lo feriscono al torace. E' moribondo ma riesce a estrarre la sua pistola e fare fuoco contro gli assalitori, scaricando sulla loro auto tutto il caricatore. Finiti i colpi, i rapitori, illesi, si sono avvicinati all'auto dei due fratelli per rapire Domenico che, ormai quasi esanime, li implora di lasciarlo libero. Mentre il fratello Eugenio simula la morte, i rapitori decidono di rinunciare alla loro impresa. Non appena rimasti soli, Eugenio parte in velocità verso l'ospedale di Oppido Mamertina dove Domenico verrà subito soccorso e trasferito in aereo all'ospedale San Camillo di Roma, in gravissime condizioni. Morirà dopo 52 giorni.
Nuovo episodio di banditismo sui monti della Calabria Impresario edile ferito sull'Aspromonte da tre banditi che tentavano di rapirlo Le sue condizion
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