Armida Misere, la "dura" di Sulmona

Armida Miserere è una bella donna bionda, tarantina di nascita. Laureata in criminologia e figlia di un militare, inzia giovanissima la sua carriera a Parma, divenendo a soli 28 anni una delle prime donne direttrici di carceri. E' una professionista dura e intransigente, svolge con estrema serietà il suo lavoro e si guadagna stima e fiducia a livello nazionale tanto da essere coinvolta sistematicamente nella risoluzione di situazioni difficili. Per circa vent'anni, in un periodo estremamente complicato per l'Italia, svolge il suo ruolo presso varie carceri d'Italia: Voghera, Pianosa, Palermo, poi Torino, Ascoli Piceno, Spoleto, Lodi, Milano, Nuoro e infine Sulmona. Una personalità forte e ostinata quella di Armida che rende ancora più difficile la comprensione del suo gesto. Il 19 aprile del 2003 infatti la donna viene infatti trovata morta nella sua abitazione, suicidata con un colpo di pistola alla testa. Stesa sul letto, in pigiama, la testa reclinata e una pistola calibro 9.21 in mano. Accanto a lei, il suo pastore tedesco che lei stessa aveva definito la sua unica compagnia. E' sgomento nel carcere e in tutta Italia e ci si interroga sulle motivazioni del gesto. Probabilmente la donna, integerrima sul lavoro, era invece fragile nella vita privata che era stata scossa da una tragica vicenda: nel 1990 il suo compagno Umberto Mormile, educatore carcerario, era stato ucciso in un agguato di camorra a Milano. Autore dell'omicidio un detenuto dell'Ucciardone, al quale era stato concesso un permesso premio dalla stessa Miserere, all'epoca direttrice di quel penitenziario. 

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