Torquato Ciriaco, omicidio eccellente

Il 1° marzo 2002 la ’ndrangheta uccide l’avvocato cinquantacinquenne Torquato Ciriaco. Sta rientrando da Maida a Lamezia a bordo del suo fuoristrada. I killer lo aspettano a bordo di un’auto all’altezza di un ponte. Se lo vedono passare davanti, accendono il motore e vanno all’inseguimento. Ciriaco si accorge che l’auto dietro di lui è sospettae accelera, cerca di scappare. Non ci riesce, i killer gli si affiancano e gli sparano tre colpi di fucile caricato a pallettoni. [...] Originario di Girifalco, Torquato Ciriaco vive a Lamezia insieme alla moglie (avvocato anche lei) e ai suoi sei figli. È qui che ha il suo avviatissimo studio legale e da qui gestisce il patrimonio di famiglia (tra cui alcuni fondi agricoli a Maida e un frequentatissimo agriturismo a Cortale). Le indagini sono molto complicate perché sono molte le conoscenze dell’avvocato, molte le attività che svolge, molti gli interessi economici che gestisce. Gli inquirenti guardano agli appalti dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria (perché Ciriaco rappresenta un’azienda che ha in appalto alcuni lavori), alle attività legate a una sala Bingo (gestite per conto di un cliente). Quello che è certo è che le modalità sono mafiose e che un omicidio del genere e di un personaggio eccellente non si può commettere senza l’ok delle cosche. (da Dimenticati, di Alessio Magro e Danilo Chirico). 

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