Gianluca, la sera del 25 maggio, ha appena chiuso il suo negozio di telefoni cellulari, sale in macchina e va verso casa. Non appena arriva a destinazione, spegneil motore, raccoglie le sue cose, scende dalla macchina. Entra in azione il killer, che gli spara al volto e lo uccide all’istante. Finisce così per Gianluca Congiusta, un ragazzo dal sorriso dolce che nella sua vita – ai tempi del liceo – ha avuto anche la forza di sconfiggere un tumore gravissimo. La sua morte è un colpo devastante per Mario, suo padre, per la madre Donatella e le sorelle Roberta e Alessandra. Il delitto è di quelli misteriosi. Gianluca è per tutti il classico bravo ragazzo, conosciuto in paese, impegnato in attività sia culturali sia sportive. La sua è una vita normale, una vita che non giustifica un crimine commesso in modo così violento ed efferato. È grazie all’ostinata passione di Mario Congiusta che si arriva al processo: il 18 dicembre del 2010 la Corte d’Assise di Locri, dopo un anno e mezzo di udienze e cinque giorni di camera di consiglio, condanna in primo grado Tommaso Costa all’ergastolo. [...] Perché Costa ordina di uccidere Gianluca? Perché il giovane commerciante tenta di difendere il futuro suocero Antonio Scarfòdalle estorsioni di Costa. Compie un’imprudenza, Gianluca. Non decide di denunciare alle forze dell’ordine, pensa piuttosto di parlare con alcune persone che sostengono di poter intervenire per bloccare Costa. E la lettera anonima indirizzata a Scarfò finisce nelle mani degli uomini del clan Commisso. Una spregiudicatezza che Costa non accetta (da Dimenticati, di Alessio Magro e Danilo Chirico).
Aveva sconfitto un male che sembrava incurabile. E' stato ucciso dalla 'ndrangheta. Gianluca Congiusta era nato a Siderno nella Locride il 19 dicembre
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