Sono le sette di mattina dell’11 novembre e, come sempre, Alvise e la sorella Anna salgono sull’accelerato che da Reggio arriva a Roccella. Frequentano la stessa classe, la terza liceo del classico Ivo Oliveti di Locri. I fratelli Curatola trovano posto nell’ultimo vagone. Dal finestrino scorre la stazione di Africo Nuovo. Poco dopo, Francesco Maviglia, un ragazzo di diciassette anni, s’affaccia nello scomparto e invita Alvise a seguirlo. È una trappola. In fondo alla carrozza ci sono i fratelli Giuseppe e Salvatore Criaco e poi un quarto, tutti minorenni. Giù botte e insulti. Ma non basta. Gli sparano quattro volte, al petto e alla testa. Il rumore dei colpi è nitido. Urla. Gente che scappa. Poi il treno frena all’improvviso. Hanno azionato il comando d’emergenza e sono fuggiti, poco prima di Bianco. Anna si alza, s’avvicina al fondo del treno, apre la porta del gabinetto evede quello che non avrebbe mai voluto vedere. Alvise è lì, senza vita, ucciso dagli africoti per aver difeso la sorella, la domenica prima, dagli insulti dei rampolli della locride (da Dimenticati, di Alessio Magro e Danilo Chirico).
Il delitto al termine di una furibonda lite. La vittima, Alvise Curatola, avrebbe sparato per primo un colpo di pistola a tamburo e per difender
LEGGI IL DOCUMENTOL'altro ieri il giovane era intervenuto per sedare una lita tra due compagni, uno dei due contendenti gli aveva detto: "ti farò fuori".
LEGGI IL DOCUMENTODue latitanti, entrambi ricercati per omicidio, sono stati catturati in circostanze e in zone diverse dalla polizia.
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