Vittorio Di Capua, morte per sequestro

C’è puzza di ’ndrangheta anche dietro l’anomalo sequestro di Vittorio Di Capua. Un tanfo nauseabondo che travolge il mondo dell’ippica milanese. Perché l’avvocato Di Capua è il «re dei cavalli da corsa» e a sessantotto anni non ha voglia di cedere a chi vuole infangare lo sport a quattro zampe, la sua passione. [...] metodico, Di Capua, e a una certa età i gesti si ripetono come un rito: in piedi ogni mattina di buon ora, le colazioni di lavoro, le pratiche in ufficio e alle 19 il rientro a casa. Anche quella sera l’auto dell’avvocato trova posto proprio sotto casa, nel quartiere Fiera, a due passi dal galoppatoio. Ma di lui non c’è traccia. [...] Occorre compiere i passi giusti. La richiesta dei rapitori è esorbitante: vogliono 5 miliardi. Le trattative continuano e ad agosto si trova un accordo: un miliardo. Di Capua è ancora vivo, ci sono le prove. Ma il pagamento diventa difficile, perché in Procura a Milano vige la linea dura. I familiari del re dei cavalli fanno in tempo a vendere tutte le azioni della società, poi le comunicazioni rallentano. Il perché si scoprirà il successivo 9 ottobre, quando il dentista dell’avvocato milanese identifica il cadavere ripescato il giorno precedente nel lago d’Iseo. L’autopsia dirà che Di Capua, sofferente di cuore, è morto per infarto (da Dimenticati di Alessio Magro e Danilo Chirico).

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