Domenico di dodici anni e Michele Facchineri di nove, vengono uccisi assieme allo zio Giuseppe il 13 aprile del 1975, a colpi di lupara da cinque sicari senza volto. Un omicidio legato alla faida di Cittanova, in provincia di Reggio Calabria, che vedeva da un lato la cosca dei Facchineri e dall’altro, quella dei Raso-Albanese in una guerra per il controllo criminale. Una guerra tra le ‘bisce’ (i Facchineri) e i ‘targagni’ (Raso-Albanese) che conta quarantadue morti e ventotto feriti fra gli anni Sessanta e i primi anni Ottanta. A pagarne le conseguenze sono anche i bambini. Quel giorno sono in cinque con passamontagna, mitra e fucili e agiscono alla luce del giorno in pieno centro. E’ la strage di via Palermo capitanata dai Raso-Albanese. Dopo venti minuti di delirio, i sicari sostano al torrente Serro dove decidono di bruciare l’auto dell’agguato. Proprio da lì passano Domenico e Michele con la loro mandria di maiali, sono i figli di Vincenzo "u zoppu". Si vedono, si riconoscono. I fratellini scappano inseguiti dai sicari ma la loro corsa finisce tra mitra e fucili. "Un contadino un po' strano assiste alla scena, non visto dagli altri: è Pasquale De Marzo, conosciuto da tutti come "u zorru", per la sua passione di cavalcare le vacche sui monti dello Zomaro. Lo spettacolo a cui deve assistere è agghiacciante. Domenico alza le mani in segno di resa, ma è una speranza vana. Mitra e fucili non fanno prigionieri. Michele si nasconde dietro un cumulo di sabbia. E' lì che lo troveranno sfigurato da un colpo di lupara alla nuca.La strage è talmente sanguinosa da scalfire perfino il muro dell'omertà. Chi ha visto parla e il cerchio si stringe attorno ai fratelli Francesco e Rocco Albanese" (Dimenticati - Vittime della 'ndrangheta - di Danilo Chirico e Alessio Magro)