Giovanni Trecroci aveva 46 anni, era il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Dc di Villa San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria. Viene freddato vicino casa, nel rione Cannitello, con 5 colpi di pistola calibro 9 alla testa il 7 febbraio 1990. Ucciso dalla mafia degli appalti. Trecroci è una persona capace, stimata, un amministratore onesto ed un educatore scout del Masci. Il comune di Villa si blocca, i dipendenti incrociano le braccia, iniziano le indagini che non raggiungono nessun risultato. "Per il suo ruolo di assessore, Trecroci doveva gestire decine di miliardi. L'impegno più vicino riguardava gli ormai prossimi lavori per la metanizzazione di Villa San Giovanni e di altri dodici comuni limitrofi, per una spesa di 29 miliardi; ma già si guardava a quelli ancora più ricchi che interessano il potenziamento degli approdi navali per l'attraversamento dello Stretto. Proprio il 19 dicembre scorso i sindaci di Messina, Reggio e Villa avevano siglato un accordo di programma per 250 miliardi. E' probabile, a detta degli inquirenti, che Trecroci non abbia voluto subire o accettare condizionamenti di chi vuole mettere le mani su questi appalti. Per questo gli inquirenti stanno passando al setaccio tutte le pratiche che in questi ultimi anni sono finite sulla scrivania del vicesindaco”. (La Stampa, Enzo Laganà)
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