Demetrio Quattrone aveva quarantadue anni, era funzionario dell'Ispettorato del Lavoro dove coordinava l'attività di controllo nei cantieri edilizi, ed era consulente tecnico presso i Tribunali di Reggio, Palmi e Locri. Il 28 settembre 1991 viene ucciso dalla 'ndrangheta assieme al medico omeopata Nicola Soverino, trucidato solo per non lasciare testimoni dell'uccisione dell'ingegnere.Quattrone era un professionista apprezzato, tempo prima aveva svolto delle perizie per conto della Procura di Palmi che indagava su reati mafiosi nella Piana di Gioia Tauro. La sera del 28 settembre al volante della sua auto c'è l'amico trentenne Soverino, quando imboccano via Mulino, a Villa San Giuseppe, per arrivare a casa Quattrone, una scarica di colpi di fucile fulminano il medico. I killer si accorgono di aver sbagliato bersaglio quando vedono l'ingegnere scappare. Verrà trovato speso a terra con il piombo in corpo. La dinamica appare da subito complessa. Il medico e l'ingegnere sono incensurati e lontani dagli ambienti criminali."Sui titoli di quei giorni campeggia spesso l'Aurion, una società di consulenza e progettazione fondata dal big calabrese della Dc Franco Quattrone, più volte parlamentare e sottosegretario, a quel tempo segretario regionale del partito e cugino di secondo grado dell'ingegnere. Dall'Aurion, di cui deteneva una piccola quota societaria e per la quale aveva svolto anche il ruolo di tecnico, Demetrio Quattrone si era però allontanato negli ultimi mesi, manifestando più volte l'intenzione di risolvere definitivamente il rapporto. Dalla sede in viale Calabria della società (che risponderà piccata tramite comunicato stampa) saranno sequestrati alcuni documenti, ma la pista non porterà a nulla, proprio come gli approfondimenti sugli interessi dell'ingegnere nel campo della cooperative edilizie nelle zone di Arghillà e Pentimele. L'omicido dei due professionisti resta tuttora senza colpevole". (Stopndrangheta Francesca Chirico)
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