L’appuntato Stefano Condello e i militari dell’Arma Vincenzo Caruso e Pasquale Giacoppo stanno facendo un giro di perlustrazione lungo la Statale 101 bis in contrada Razzà di Taurianova. E’ il 1 aprile del 1977 e i carabinieri hanno notato una strana presenza di autovetture nei pressi della casa colonica del pregiudicato Francesco Petullà, ma non sanno ancora che è in corso un summit della ‘ndrangheta. “Decidono di andare a vedere che succede. Condello e Caruso, armi in pugno e con passo felpato, si immettono in una stradina di campagna. Resta in macchina, a bordo strada, il carabiniere Giacoppo. Caruso e Condello arrivano, ascoltano delle voci, decidono di fare irruzione. Gli uomini a cena sono tutti armati. Quando si accorgono dei carabinieri iniziano a sparare. Il conflitto a fuoco è devastante. I carabinieri uccidono due persone. Sono i pregiudicati di Taurianova Rocco Avignone di quarantasei anni e suo nipote Vincenzo Avignone di ventisette. Le forze in campo però sono impari: dieci, undici contro due. Stefano Condello e Vincenzo Caruso vengono colpiti. E uccisi. Sente gli spari Giacoppo dalla macchina, impugna la pistola di ordinanza e corre verso il casolare. Arriva e l’accoglie una pioggia di fuoco degli ’ndranghetisti, che nel frattempo hanno preso la mitraglietta dei carabinieri e che coprono la fuga di tutti gli altri partecipanti al summit. Giacoppo si salva, chiama rinforzi.Il quadro ormai è chiaro. Vengono sospettati dell’omicidio pezzi da novanta della ’ndrangheta della Piana e non solo: con loro c’è il sindaco comunista di Canolo, Domenico Agostino e Renato Montagnese, sindaco DC di Rosarno e presidente del consorzio industriale. Nell’inchiesta è coinvolto anche Vincenzo Cafari, vicino ai servizi segreti”. (Dimenticati di Danilo Chirico e Alessio Magro)
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