È il 3 luglio 1975 ed è accaduto l’incredibile: hanno ammazzato un giudice, in Corso Nicotera. È la prima volta che la ’ndrangheta colpisce così in alto. Le voci si rincorrono velocissime. Basta fare due più due. La vittima è Francesco Ferlaino, «un alto magistrato», come lo definisce «l’Unità» in prima pagina il giorno dopo, fa l’avvocato generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro. È la prima volta che la ’ndrangheta colpisce così in alto. Passate da pochi minuti le tredici di quel 3 luglio, Ferlaino stacca dal lavoro e decide di andare verso casa. L’auto si ferma a pochi metri dal palazzo in cui abita Ferlaino. Proprio in quel momento, rivela «l’Unità» nella ricostruzione del 4 luglio, partono «dalla parte opposta della strada, dove si era intanto fermata l’auto degli assassini, le due scariche di pallettoni che lo raggiungono alle spalle scaraventandolo con violenza a terra». Il killer ha sparato senza scendere dalla macchina, abbassando il finestrino. A volto scoperto.
Lamezia Terme – Era il 3 luglio del 1975 quando Francesco Ferlaino, 61 anni, esce dal Tribunale di Catanzaro dove lavora e si infila nella Fiat
LEGGI IL DOCUMENTOUna scarica di colpi di fucile alle spalle, mentre rientrava dal lavoro in pieno giorno. E’ morto così a Lamezia Terme, a pochi passi da
LEGGI IL DOCUMENTOOggi ricordiamo il giudice Francesco Ferlaino, rigoroso servitore dello Stato che pagò con la vita la sua dedizione al dovere e la sua tenacia
LEGGI IL DOCUMENTOAveva 61 anni, un killer gli ha sparato alle spalle da un'Alfa 2000, colpi a lupara mentre l'alto magistrato stava entrando in casa.
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