Il "camposanto dell'anonima", come lo ha già sorpannominato la gente, è qualche centinaio di metri più in su delle ultime case del paese. Un fazzoletto di terra accanto al cimitero vero, quello con il grande cancello in ferro battuto e la scalinata piana che si apre a destra della strada che s'inerpica come un serpente nervoso verso i misteri dell'Aspromonte. Forse qualcuna delle vittime mai tornate è stata stretta in qualche nicchia lì dentro, tra le tombe, una accanto all'altra, i cui nomi ricordano agguati fatti scattare o subiti, storie di killer e di morti ammazzati.