«Non m'è rimasta alcuna speranza, ma solamente debiti e disperazione». Aurelia Bertolami scarica 24 anni di incubo su tre pagine inviate alla Gazzetta del Sud: prima il rapimento del padre Giuseppe Bertolami, titolare di una delle più grandi e floride aziende agricole della Piana, poi il lungo elenco di danneggiamenti, furti, incendi, chiare intimidazioni mafiose sulla terra di famiglia. «Nessun aiuto è stato dato per il sequestro di mio padre», scrive la figlia di Giuseppe Bertolami, «e non ho mai avuto la possibilità di assicurare i beni, per cui nessun risarcimento ho mai avuto. D'altra parte i fatti, la continuazione, l'accanimento continuo ed insistente dimostrano inequivocabilmente la natura estorsiva».