Con oggi, sono trascorsi sei lunghi anni dal brutale omicidio della guardia giurata Vincenzo Bonifacio il cui corpo venne poi rinvenuto bruciato insieme alla sua autovettura di servizio,ma ad oggi nonostante siano passati sei anni, alla famiglia Bonifacio, la vedova e i tre figli maschi non viene riconosciuto nessun indennizzo e nessuna ensione,eppure Bonifacio era stato prelevato a forza e poi ucciso durante il solito lavoro di vigilante,uscito la mattina era andato come di consueto a ritirare gli incassi dei supermercati per conferirli al caveau dell’istituto di vigilanza,tutti i giorni,ma non quello, Vincenzo Bonifacio non fece più ritorno,da allora un continuo braccio di ferro tra la famiglia Bonifacio e il tribunale di Catanzaro, mentre sia L’INPS che L’INAIL non vogliono riconoscere nulla neanche una dignitosa pensione ala famiglia, i tre ragazzi sono costretti per mantenersi a lavorare in un autolavaggio, mentre la vedova rimane a casa tra mille problemi, nonostante l’azione legale sia cominciata da tempo, ancora nessun ente previdenziale riconosce un euro ad un caduto nel suo lavoro, anche se L’INAIL ritiene che Bonifacio sia stato ucciso prima dell’orario di servizio, poco conta sull’orario,contano i dati di fatto,una persona è stata uccisa nell’espletamento del suo lavoro e come tale la famiglia ha il sacrosanto diritto ad essere indennizzata.