Riapertura delle indagini in modo da poter far luce sull'orribile omicidio compiuto con modalità prettamente mafiose e
giungere alla possibile individuazione dei killer e dei mandanti dell'efferato delitto, oltre che a una giusta seppur
tardiva considerazione da parte dello Stato. Ad avanzare, sia verbalmente, sia con apposite e dettagliate missive
trasmesse alle autorità di governo competenti le specifiche richieste sono stati Rocco Ceratti e Iolanda Corso, di
Bianco, rispettivamente figlio e moglie di Stefano Adolfo Ceratti, l'agente della polizia penitenziaria barbaramente
ucciso la sera del 30 luglio del 1982.